Come valutare gli investimenti aziendali
Gli investimenti aziendali non dovrebbero mai essere valutati “a naso”. È possibile analizzarli usando diversi metodi basati sui concetti base della finanza. Ogni imprenditore dovrebbe imparare a conoscerli per imparare a calcolare il ROI di ogni investimento. In questo articolo vediamo i più comuni.
In finanza esiste un principio fondamentale chiamato “time value of money”, o valore del denaro nel tempo, secondo cui € 1 che abbiamo oggi vale più di € 1 che aspettiamo di ricevere domani, molto di più di 1 € che aspettiamo di ricevere tra anni. È il principio che sfruttiamo quando usiamo carte di credito, quando facciamo prestiti, mutui, rifinanziamenti. Avere a disposizione 1 € oggi ci permette di spenderlo e ci da la certezza di possederlo; l’aspettativa di riceverlo domani o più in futuro porta invece con se un rischio. A causa di questo principio chi presta soldi si aspetta di ricevere un interesse (o si aspetta che i soldi prestati aumentino di valore) e chi prende soldi in prestito si aspetta di pagarlo.
Questo semplice ma a volte sorvolato ragionamento dovrebbe stare alla base di ogni decisione di investimento aziendale. Un’azienda spende soldi oggi e spera di ricevere un rendimento nel futuro. Per valutare l’investimento è necessario svolgere una serie di calcoli basati sul principio del valore del denaro nel tempo. Spesso invece l’imprenditore si avventura in valutazioni “a naso”, convinto di fare la scelta giusta sulla base della fiducia, spesso dell’inesperienza.

Nozioni di base per analizzare gli investimenti aziendali
Ci sono tre concetti principali da comprendere per analizzare correttamente gli investimenti. Sono modi di calcolare il valore del denaro nel tempo:
- Valore futuro (future value)
- Valore attuale (present value)
- Tasso di rendimento richiesto (required rate of return)
Valore futuro
Come da nome, il valore futuro rappresenta il valore di una data quantità di denaro nel futuro quando questa viene data in prestito o investita. È un concetto semplice da capire: immaginate di dover stimare quanto valgono fra 20 anni 40.000€ che avete investito sul mercato azionario. Per farlo bisogna stimare il tasso medio di rendimento (la crescita che ci aspettiamo dall’investimento) e applicare la seguente formula.
FV=PV(1+i)^t
Se ad esempio ipotizziamo un tasso del 3% il calcolo:
FV=40.000(1+0,03)^{20}=72.244€
Se invece ipotizziamo un 5%:
FV=40.000(1+0,05)^{20}=106.132€
Dunque la stima del tasso medio ricopre un ruolo decisivo e nella realtà spesso non sarà corretta. In altre parole ogni calcolo del valore futuro implica una serie di assunzioni su cosa succederà tra oggi e il momento futuro che stiamo valutando. Un minimo cambiamento nelle assunzioni cambia il valore futuro e maggiore è il tempo in cui stiamo proiettando le assunzioni maggiore sarà il cambiamento e dunque il rischio.
Un esempio di utilizzo del valore futuro è nel campo degli investimenti azionari dove gli analisti proiettano negli anni il valore delle azioni di aziende quotate così da consigliare i propri clienti sui migliori investimenti.
Valore attuale
Il valore attuale può essere ricavato dalla formula precedente e rappresenta l’inverso del valore futuro. Come da nome, ti consente di trasportare nel presente tutti i flussi futuri, positivi o negativi, che riceverai da un investimento. È il concetto più utilizzato per analizzare gli investimenti aziendali siano questi di macchinari, immobili ma anche opportunità di crescita inorganica come fusioni e acquisizioni.
Ecco la formula:
PV=\dfrac{FV}{(1+d)^t}
Ipotizziamo uno scenario in cui ci aspettiamo di guadagnare 100.000 € fra 3 anni se investiamo oggi: quanto siamo disposti ad investire? Calcoliamo il valore di quella somma oggi. Per farlo questa volta dobbiamo stimare un tasso medio di sconto. Ipotizziamo un 8.25%:
PV=\dfrac{100.000}{(1+0,0825)^3}=78.834€
Questo significa che, ad un tasso di sconto dell’ 8,25% non dovremmo mai investire più di questa cifra. Chiaramente la cifra cambia al variare del tasso di sconto, questo ci suggerisce che il valore attuale può aiutare a valutare investimenti simili, anche con tassi differenti, perché riporta il tutto al valore di oggi del potenziale guadagno.
Il problema è che per calcolare il valore come abbiamo visto occorre stimare sia il tasso da utilizzare per scontare il valore, sia il valore futuro prodotto dall’investimento.
Tasso di rendimento richiesto
Nel calcolo dei valori precedenti abbiamo imparato quanto sia importante la stima dei tassi di rendimento e di sconto. La nostra decisione sul tasso da applicare è essenzialmente una decisione su qual è il tasso di interesse che ci occorre per proseguire con l’investimento.
In altre parole esiste un rendimento minimo che siamo disposti ad accettare, si chiama hurdle rate o tasso minimo di rendimento finanziario richiesto. La domanda è: come lo definiamo?
Possiamo usare alcune valutazioni. La prima si chiama costo opportunità, ovvero il costo derivante dal mancato sfruttamento della linea ottimale di investimento. In altre parole, c’era un modo migliore per investire i nostri soldi? Ad esempio se il nostro investimento ci frutterà il 2%, sappiamo che investendo in borsa potremmo ottenere un rendimento migliore e non ha senso procedere (nella realtà entrano in gioco altri fattori che qui non consideriamo per semplicità).
Una seconda valutazione da fare è il nostro costo del capitale, che può esser calcolato come la media tra il costo dell’indebitamento (il tasso d’interesse bancario) e il ritorno da garantire a se stessi/agli azionisti/ai proprietari. Se il nostro costo del capitale è ad esempio del 9%, non dovremmo mai finanziare un investimento che non porti almeno più del 9% di ritorno.
Il valore più utilizzato è il Weighted Average Cost of Capital (WACC), cioè la media ponderata del rendimento del capitale proprio sommato al rendimento del capitale di terzi. La formula per calcolarlo è:
\mathrm{WACC}= \frac{E}{V}\mathrm{Re}+\frac{D}{V}\mathrm{Rd}(1-T)
Dove E/V equivale alla percentuale del capitale proprio (Equity Market Value/Total Value), Re è il tasso di rendimento del capitale proprio; D/V rappresenta la percentuale del capitale di terzi, dei debiti (Debt Market Value/Total Value), Rd rappresenta il costo del capitale di terzi; T rappresenta l’aliquota fiscale che nel seguente esempio non consideriamo.
Facciamo l’esempio di un’azienda che voglia investire in un progetto dove il capitale proprio, interno (l’equity) sarà pari al 40% e il capitale che prenderà a prestito dalle banche sarà il 60%. Il nostro costo del capitale è dell’11% mentre il tasso di finanziamento della banca è pari al 3.5%. A quanto ammonta il WACC?
\mathrm{WACC}= (0,40*0,11)+(0,60*0,035)=6,5\%
Questo può essere il valore da usare per calcolare il valore attuale.
Come analizzare gli investimenti aziendali
Bene, adesso che sappiamo i concetti base possiamo procedere nell’analisi di un investimento. Gli step da seguire sono i seguenti:
- Determiniamo l’esborso di cassa iniziale. Ogni investimento richiede una più o meno grande quantità di denaro. Occorre stimare quanto è grande l’esborso prima che l’investimento inizi a produrre un rendimento.
- Ipotizziamo i flussi di cassa futuri derivanti dall’investimento. Esercizio non semplice, buona norma essere conservativi.
- Valutiamo questi flussi di cassa, utilizzando i seguenti metodi:
- Payback method o Periodo di Recupero
- Net Present Value method o Flusso di Cassa Attualizzato o Valore Attuale netto (NPV o VAN)
- Internal rate of return method o Tasso Interno di Rendimento (IRR o TIR)
Per capire i 3 metodi ipotizziamo un investimento di 20.000€ che ci garantirà un ritorno di 6.000€ per 5 anni. Il nostro tasso di rendimento richiesto o hurdle rate è del 6,5% (dall’esempio precedente).
1. Metodo Payback
Il Payback Period o periodo di recupero è il metodo più semplice da capire: misura il tempo necessario per recuperare l’investimento iniziale. Si calcola dividendo la somma investita per il ritorno annuale nel nostro caso.
PP=\frac{20.000}{6.000}=3,33
Dunque in 3,33 anni riprenderemo l’investimento. Il valore è inferiore alla durata prevista (5 anni) quindi è positivo.
La debolezza di questo metodo sta nel fatto che non considera i flussi di cassa, non fornisce un ROI e compara flussi di cassa di oggi con quelli di domani, che per il principio espresso a inizio articolo non è cosa giusta. Per queste ragioni dovrebbe solo essere utilizzato per comparare velocemente investimenti simili.
2. Metodo Net Present Value
Senza troppi giri di parole è il metodo più potente per analizzare gli investimenti aziendali per almeno tre motivi: usa il principio del valore del denaro nel tempo, tiene in considerazione l’hurdle rate, e ci da una semplice cifra in € di oggi che si può usare per mettere a paragone diversi investimenti.
Calcoliamo prima il present value attraverso la formula:
\mathrm{PV}=\sum_{t=1}^{N} \frac{FV_{t}}{(1+i)^{t}}
Nel nostro caso:
PV=\frac{6.000}{1,065}+\frac{6.000}{(1,065)^2}+\frac{6.000}{(1,065)^3}+\frac{6.000}{(1,065)^4}+\frac{6.000}{(1,065)^5}=24.934€
In altre parole i 30.000€ di guadagno (6.000*5) oggi valgono meno di 25k al nostro tasso di sconto. Per calcolare il Net Present Value basta sottrarre l’investimento iniziale:
\mathrm{NPV}=24.934-20.000=4.934€
Quanto il NPV è maggiore di zero l’investimento è da portare avanti perché il suo tasso di rendimento è maggiore del nostro e dunque accrescerà il valore dell’azienda. Se fosse stato negativo sarebbe un chiaro segnale di non proseguire nell’investimento.
3. Metodo Internal Rate of Return
La domanda a cui risponde l’Internal Rate of Return o Tasso Interno di Rendimento (IRR o TIR) è: qual è il tasso di rendimento dell’investimento? Così possiamo compararlo velocemente al nostro hurdle rate o ad altre proposte di investimento.
L’IRR è infatti l’hurdle rate che porta a zero il net present value. Per calcolarlo potremmo usare excel e provare a cambiare il tasso di interesse per portare il valore del NPV vicino a zero. Si può anche usare direttamente la funzione IRR di excel, o ancora meglio questo calcolatore online.

Nel nostro caso l’investimento ha un tasso del 15,2% molto maggiore del nostro 6,5%, dove firmiamo? 🙂
Quale metodo usare?
Ogni metodo potrebbe portare ad una decisione diversa ed è quindi molto importante capirne il funzionamento così da evitare ad esempio di comparare due metodi diversi per valutare due investimenti diversi.
Negli investimenti aziendali il metodo più utilizzato è il Net Present Value per le ragioni indicate in precedenza. Ciò non toglie che sia utile usare anche gli altri due per vedere altre sfaccettature dell’investimento, capirlo e digerirlo meglio.
Ogni imprenditore, prima di investire soldi in una qualsiasi nuova attività o in un nuovo progetto, ogni azienda che si trovi ad investire durante il suo ciclo di vita, così come ogni investitore prima di valutare una qualsiasi proposta di investimento (come l’acquisizione di un’azienda) dovrebbe porsi una semplice ma cruciale domanda: Quanto tempo ci metterò a riprendere i soldi investiti?
Questa domanda chiave può aiutare a valutare anche operazioni in apparenza complesse come la valutazione di un’azienda: qual è il multiplo da applicare al profitto o all’EBITDA? Se un’azienda chiede un multiplo di 5, quel 5 rappresenta il numero di anni al livello di crescita attuale per riprendere i soldi investiti. Semplice!
Sappiamo però come dalla teoria alla pratica molti altri fattori entrano in gioco: quanto è importante l’investimento per l’azienda? Non è mai solo una questione di numeri, benché molto importanti.